Il Canto del Mare, III Edizione 2023.
Il Premio letterario “Il Canto del Mare” rappresenta un prestigioso riconoscimento dedicato a coloro che hanno dimostrato un’eccezionale maestria nel campo della letteratura. Con questo premio, intendiamo onorare non solo gli autori stessi, ma anche il valore culturale e il simbolismo intrinseco nelle loro opere.
Scrivere e affrontare tematiche legate al mondo attuale, immergendosi nelle profondità della nostra società e offrendo riflessioni universali, costituisce un gesto di immenso valore. Questi autori agiscono come veri e propri custodi della cultura, donando una prospettiva unica e stimolante su questioni fondamentali.
“Il Canto del Mare” mira a sostenere e valorizzare coloro che abbracciano l’arte della scrittura per esplorare l’essenza della vita umana, aprendo nuove strade di comprensione per sé stessi e per gli altri. La loro capacità di ispirare attraverso le parole rappresenta un’eredità duratura, capace di lasciare un segno indelebile sulla nostra cultura e sulla nostra società.
Complimenti dunque al nostro autore: Stefano Perruccio, è stato selezionato dalla redazione del Concorso e risulta tra i vincitori del premio per l’edizione 2023.
Conosciamo meglio l’autore, prima di tutto come sta?
Bene grazie… è un periodo che mi sento pieno di energie e di voglia di fare, in ambito letterario e non solo.
Ci parli di lei, di come è approdato al mondo della scrittura.
Scrivo da un sacco di tempo… diciamo da quando avevo 13 o 14 anni, adesso di preciso non ricordo… però ricordo che a 15 anni mi misi in testa che dovevo scrivere la mia autobiografia, anche se ancora non avevo combinato poi molto… dopo di che mi cimentai con dei raccontini di stampo umoristico fino a scoprire, dopo un periodo un po’ difficile, la poesia.
Parliamo ancora della sua scrittura. Quando scrive? D’istinto? Ci lavora? Razionalizza? Qual è l’orario migliore per scrivere?
Scrivo se si determinano alcune condizioni: i fattori esterni e le motivazioni interiori! Di chiamo che comunque, quando subentra l’ispirazione, non guardo in faccia a niente e a nessuno.
Il mio tipo di scrittura è essenzialmente ad istinto, anche perché oramai ho un certo mestiere (ho scritto diverse migliaia di poesie e ciò mi solleva dall’obbligo della prudenza, pur a volte necessaria.
Altra cosa è il lavoro di attenta rilettura e di revisione, laddove occorra.
C’è qualche film, libro, autore che l’ha influenzato?
Innumerevoli. Sa, io sono un convinto assertore della triade (lo diceva anche Truffaut questo): cinema, musica e letteratura! Sono tre Arti (metto la poesia e la narrativa nello stesso calderone) sono tre attività necessarie per l’uomo quello di seguirle, quasi quanto: respirare, bere e mangiare.
Comunque, se si parla di Cinema adoro autori come:
Bergman, Fellini, Truffaut, Antonioni, Rohmer, Chaplin, Kieslowski o Nanni Moretti, ma anche Woody Allen chiaramente.
I libri: Kafka, Gogol, Dostoevskij, Leopardi, i poeti romantici inglesi di II generazione: Keats, Shelley (Percy ma anche Mary) e George Gordon Byron.
Mi ritrovo anche nella malinconia percettiva del Saba…
e ultimamente sono stato colpito da una scrittrice italiana semi-sconosciuta: Anna
Maria Scaramuzzino. A chiudere altri 4 nomi: Quasimodo, Prevert, Neruda e Szymborska.
E l’ immensa Emily Dickinson! Ma anche Charles Dickens.
Sta scrivendo? Ha progetti in cantiere?
Ho molti progetti, alcuni paralleli direi, a cui sto lavorando: una nuova selezione di poesie (a cui non ho ancora dato un nome), dei racconti brevi intitolati: “I raccontini spiazzanti”, un romanzo sullo sdoppiamento di personalità: “Io, venditore di giornali”, un saggio romanzato sulla storia recente dei neri titolato: “Afro-americani e non solo… storie dal popolo nero”.
Probabilmente ci sarà anche il ripescaggio di alcuni miei vecchi lavori che non sono mai stati pubblicati, come la raccolta di novelle: “Gli amori vari”, il romanzo semiserio
“Alibrando e Angelica (ovvero: le ossessioni di Alibrando Cascabozzi, studente romano”) un romanzo, in parte, umoristico appunto e… poesie, molte poesie! Forse una raccolta si chiamerà “Oci ciornie”
in onore di una ragazza dagli occhi neri e del regista Nikita Mikalkhov che diresse l’omonimo film.
Ci vuole parlare del suo lavoro?
Il mio è un lavoro splendido perché non ho padroni, perché mi consente una felice gestione degli orari e perché si tratta, più che di un lavoro vero e proprio, di un’autentica passione!
Ultima domanda!
Deve partire per un’isola deserta. Può scegliere solo tre libri.
Che libri sceglierebbe da portare con sé?
Attualmente le rispondo così:
avendo letto e riletto vari classici, specie dell’800, opterei per questa
triade:
Il Sole nasceva piano… (di Robbie Karlstrom)
I Racconti impossibili (di Anna Maria Scaramuzzino)
Tutte le Opere di Kafka (qui faccio un’eccezione! Ma lui è tra l’800 e il ‘900)
P.s.= però cercherei di salvare anche uno dei miei libri, ad esempio:
“Il Senso del tempo” o “Poesie di sera”.