Ciao! Eccoci. Siamo veramente curiosi. Parlaci un po’ di te. Della tua vita, delle tue passioni.
Salve a tutti! Della mia vita posso dirvi che sono stato sempre libero, ho fatto delle fantastiche esperienze che mi hanno portato sentimentalmente un po’ ovunque: dalla gioia alla tristezza, malinconia, felicità.. fin da bambino sono sempre stato riflessivo, quando poi iniziai la seconda elementare scrivevo la qualunque cosa per riuscire a sfogare la mia rabbia e le mie frustrazioni, “anche se ancora non sapevo neanche cosa volessero dire!”, però sapevo che dopo aver scritto stavo bene e quindi, scrivevo. Quando cresci in una casa dove parole come: debiti/soldi/bollette vengono ripetute continuamente, tu da bambino non sai cosa sono, ma senti che hai bisogno di ampliare il tuo dizionario, così, da quel bisogno di scrivere i miei sentimenti passai alla passione per la scrittura, fino a quando poi la scrittura tornò a diventare bisogno, e come ho detto in precedenza “non riesco ad immaginare la mia vita senza scrivere!”. La cosa buffa è che non ho mai pensato di diventare uno scrittore, il mio sogno da bambino era quello di guidare i camion, quindi non davo importanza a quello che scrivevo, è questo mi portava letteralmente a bruciare gli scritti. Ho bruciato monologhi, poesie, racconti, testi… scrivevo e poi bruciavo i fogli, una volta decisi anche di non volere scrivere più, passai un anno d’oppressione, un’infelicità dentro di me che mi faceva stare veramente male, ma quell’evento mi ha fatto capire che qualunque cosa mi accada, la cosa più importante per me è quella di continuare ad essere quello che sono, quindi, fin quando ho una penna in tasca non potrò mai perdermi! Oggi sono riuscito a coronare il sogno di fare l’autista, viaggio sull’autostrada notte e giorno con il camion proprio come sognavo da bambino, e tra un carico e scarico, tra una pausa e un’altra, scrivo romanzi. La differenza è che oggi non brucio gli scritti, ma punto a diventare un romanziere perché, se ben o capito dai classici, nessuno è più vicina alla gente di un romanziere che vive con la gente! So bene cosa è la solitudine e per anni i romanzi sono stati la mia unica fonte di compagnia, quindi, spero di riuscire a trasmettere la stessa emozione per tutti quelli che si sentono soli, e spero veramente di portarli nel mio mondo e riuscire a stare con loro. |
Questo lavoro è un romanzo molto strutturato. E’ la tua prima pubblicazione? Come nasce il tuo amore per la scrittura. |
Questo romanzo è un film che vedo e rivedo nella mia testa: ogni scena, ogni parola, ogni costume… io lo vedo nella mia immaginazione. È questo che mi ha fatto innamorare della scrittura, il processo creativo mi fa sentire libero, la creatività mi appare come delle allucinazioni che vanno e vengono, mi portano in un mondo che nessuno può toccare o cambiare, è il mio mondo, e io me lo godo fino all’ultimo.
La mia prima pubblicazione fu la mia Autobiografia, “Tre dí blasfemi”, fu un racconto del mio passato che dedicai ad un caro amico che venne a mancare molto presto. Pubblicai quel racconto con la Booksprint edizioni e, devo dire di aver fatto anche una meravigliosa esperienza. |
Parliamo un po’ di questo libro. Quando hai iniziato a scrivere? C’è stato un momento in cui hai detto, va bene adesso è il momento giusto per provare a pubblicare? |
L’ho iniziato a scrivere perché sentivo il bisogno di raccontarlo, sentivo di farlo uscire fuori. C’è stato un momento in cui mi sono detto che questo racconto moriva con me perché, la trovo una bellissima storia e non volevo che le persone la giudicassero in modo sbagliato e che non modificassero di esso neanche una virgola. Poi però, l’hanno letto alcune persone come la mia compagna, i miei genitori e, i loro giudizi mi convinsero a pubblicarlo, fu qui che conobbi la Casa Editrice Kimerik, e posso dirvi con tutta fierezza di essere onorato di aver pubblicato con loro. La passione e il lavoro che ci mettono dentro ogni progetto fa sentire amato e rispettato ogni scrittore. Per questo gli sono sempre grato! |
Raccontaci di tre cose che ti hanno ispirato. Parlaci di una persona, di un luogo e di un ricordo. |
Bene o male mi sono sempre ispirato alla vita dei poeti maledetti, come quella di Arthur Rimbaud soprattutto, la vita di Charles Bukowski, ma anche di altri grandi come quella di Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, Stephen Hawking, tutte quelle persone che erano date per vinte ma che poi ne sono usciti vincitori. Una su tutte e la storia di William Sidis, questa è la storia che più ha formato il mio modo di pensare perché, da quella storia ho capito che se non sei tu a decidere sulla tua vita, beh, anche se ti si presentano opportunità uniche è lo stesso che non hai vissuto per niente. Credo che gran parte del mio interesse e passione vengano da quando avevo dieci anni, mi ricordo che ero sul divano in casa a guardare un film con mia madre, lei è una grande lettrice di romanzi rosa ma, gli piacevano i film classici, guardavamo “il conte di monte cristo”, ne fui immediatamente preso da quel film, quando poi trovai il libro l’ho letto tutto d’un fiato, è il libro che mi ha cambiato la vita, mi ha cambiato il modo di pensare, il modo di vedere le cose, il modo di agire in determinate situazioni. Ricordo che quando leggevo quel libro, vivevo lontano a 1200 chilometri da casa, leggevo ancora cartelli con scritto che non si affittava casa ai calabresi, figuriamoci a trovare lavoro. Ci stavo provando! Ricordo che non me la passavo bene, grazie a mio padre che mi ha sempre sostenuto comunque riuscivo a mantenermi, lavoravo a giornata quando si lavorava, era molto difficile, senza niente e senza nessuno vicino, ma non avevo il tempo di sentire la mancanza di qualcuno, non avevo il tempo di sentire la lontananza del mio paese, portavo quel mattone di libro con me in uno zaino, appena avevo anche solo un minuto leggevo a perdi fiato e mi faceva felice, potevo permettermi un solo piatto al giorno, “quanti piatti che ho saltato! Non ne sentivo neanche la fame, semplicemente non mi accorgevo che il tempo volava!” A questo mi ispiro, mi piacerebbe diventare uno scrittore Come Alexandre Dumas. Sarei veramente felice se riuscissi a trasmettere emozioni altrettanto forti. |
E adesso? Progetti in cantiere? Idee? Su cosa stai lavorando? Il sottotitolo fa capire che questa è una saga. E’ così? |
Si, è così! Questo è il primo toma di una trilogia. Quindi come romanzi già pronti alla pubblicazione posso dire di avere gli altri due tomi di questo stesso romanzo, in più, porto sempre con me il mio computer, e non solo concludo gli scritti, ma ne prendo nota di nuovi sulla mia pagina delle note intitolata appunto “Nova scripta”. Attualmente ci sono ventitré titoli sulla lista, ma quelli pronti per finire su carta sono sette, “senza contare i prossimi due tomi di tra il bosco e il lago! Ovvio!” |
Ultima domanda, facciamo un gioco. Pensa di essere un autore del passato. Quale autore vorresti essere? Qual è il libro che ti ha emozionato e colpito di più? |
Questo gioco mi piace! Quello che mi diverte tanto è che solo a pensare che potrei tornare indietro ed essere un qualsiasi scrittore del tredicesimo secolo, provare l’emozione e la fatica di poter scrivere sulla pelle di vitello mi emoziona tantissimo! “No, Scherzo!”. In realtà come ho detto prima, sarebbe bello se potessi essere Alexandre Dumas, godermi ogni attimo mentre scrivo il Conte di Monte Cristo. Ma la verità è che, se ci fosse realmente un’entità, capace di portarmi indietro negli anni, molto probabilmente potrei chiedere di essere Niccolò Machiavelli, Dante Alighieri, potrei addirittura chiedere di essere Miguel de Cervantes, ma non so come, credo che alla fine, finirei per diventare Giacomo Casanova. Vivrei i suoi anni, riscriverei le sue opere, farei la sua vita, ma soprattutto passerei i miei giorni a sperare inutilmente di non fare la sua stessa fine. Ma beh! Il viaggio di Giacomo non è stato mica male no? |