Oggi incontriamo lo scrittore Davide Bordoni che è stato selezionato per meriti letterari per il premio letterario “Il Canto del Mare”, Edizione 2024
Il premio “Il Canto del Mare” è un prestigioso riconoscimento letterario che celebra i talenti straordinari del panorama letterario contemporaneo. Nell’edizione 2024, uno scrittore di eccezionale talento è stato premiato per il suo contributo significativo alla letteratura. Queste domande esploreranno la vita, le opere e le prospettive future di questo autore premiato.
Domande:
Riguardo la sua vita personale e carriera, quali eventi o esperienze specifiche hanno maggiormente influenzato il suo percorso letterario?
Innanzitutto il fatto che mio padre era un poeta di ottimo livello. Quando ero piccolo mi portava sempre con sé nelle premiazioni o nelle presentazioni dei libri. Era amico di tanti scrittori importanti. Ricordo di avere visto personalmente Alda Merini e Evgenij Evtushenko. Tutto questo ha influenzato il mio modo di intendere la letteratura. La poesia per me è più importante della narrativa. Esprime spirito e anima e musicalità. Col tempo questo modo di scrivere si è impossessato del mio pensiero e i fatti importanti e negativi della vita hanno formato quel dolore che ti forgia nell’estrarre l’anima.
Altro dettaglio è il fatto che avendo una madre insegnante di lingua italiana e grande lettrice mi ha sempre aiutato a configurarmi ad una parlata e ad una linguistica di buon livello.
Qual è la sua opera più rappresentativa e perché ritiene che abbia avuto un impatto significativo sul pubblico e sulla critica?
Ho scritto quattro opere che si equivalgono. Ognuna è il proseguo della precedente. La vita e l’esperienza impongono il cammino del pensiero. La critica è molto unanime nel chiamarmi per “Agonia & Estasi”. Io sono affezionato a “Preghiere d’Autunno” per lo stile che ho utilizzato.
Come descriverebbe l’evoluzione del suo stile di scrittura nel corso degli anni? Quali sono stati i principali cambiamenti o sviluppi?
Più o meno lo stile è rimasto uniforme. La chiamerei evoluzione quella che ci sta nel mezzo. Anche perché io non essendo un gran lettore non vengo influenzato dallo scrivere altrui. Semmai dall’intensità del sentimento o del momento. Scrivo ascoltando musica. Questo non cambierà mai. Ultimamente ho realizzato dei testi post moderni con uno stile completamente diverso. Ciò è capitato nella lirica “Il grande Manitu”. Ma tutto è venuto da sé. Senza una volontà precisa.
Quali tematiche o questioni intende esplorare nei suoi prossimi progetti letterari? Ha già idee o bozze su cui sta lavorando?
Fra pochi mesi sarà nei negozi un romanzo pubblicato con una grande casa editrice. Una label. S’intitola “Sei per un sogno”. Alpinismo e umanesimo. Profondità e dolori del quotidiano. Una grande avventura con molti personaggi. Per quanto concerne la poesia, dopo l’ultima opera “La bellezza” del 2023 sto lavorando a “Omnia” che estrarrà, in un percorso umanistico, liriche dalle quattro precedenti opere. Con l’aggiunta, appunto, di nuove poesie post moderne che andranno a chiudere il cerchio del mio percorso umano.
Come vede il futuro della letteratura nel contesto attuale? In che modo pensa di contribuire a questo futuro con il suo lavoro?
La letteratura attraversa un periodo di grande crisi. In troppi scrivono e cercano il successo. C’è poca qualità. Troppa è la ricerca dell’apparire. Mancano i Gadda e i Manzoni.